mercoledì 29 febbraio 2012

sabato, 27 gennaio 2007

 

Per non dimenticare. Quel che è accaduto nella Shoa non può essere riassunto in un discorso. David Grossman ha detto che “Deve restare per sempre muto, come una bocca aperta in un grido…” come l’urlo di Munch. Il grido esprime un dolore che non ha parole per essere espresso, ma se abbiamo orecchie per sentire risuona dentro di noi e chiede riscatto. In questa giornata della memoria, voglio essere un silenzio che urla, perchè queste cose orrende non capitino più.
( nei commenti la terza parte di "Una vita per i giovani")

postato da: SuorBernardina alle ore 14:35 | link | commenti (8)
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Commenti
 
 

#1   27 Gennaio 2007 - 14:53
 
 


18. I ragazzi poveri e bandati va a cercarli per le strade di Torino, dove è stato ordinato prete e dove intende restare. Le sue prime impressioni sono sconvolgenti. Le periferie sono cinture di miseria. I ragazzi hanno la faccia dura e decisa. Sono gli “animali feroci”, che ha visto nel sogno, anche se in fondo a quegli occhi vede più paura che ferocia.




19. Accanto al mercato generale della città scopre un mercato di operai giovanissimi che si vendono ai padroni. Scrive:” La parte più vicina a Porta Palazzo brulicava di merciai ambulanti, venditori di zolfanelli, lustrascarpe, spazzacamini……tutti ragazzi che vivacchiavano alla giornata.
 



20. Quei ragazzi sono un effetto perverso che sta sconvolgendo il mondo: la nascita delle fabbriche. Porterà un benessere mai visto nei secoli precedenti, ma lo sta facendo pagare con la miseria degli operai, le famiglie sotto-povere ammassate nelle periferie, le folle miserabili degli immigrati in cerca di fortuna.
 


21. L’impressione più sconvolgente Don Bosco la prova entrando nelle prigioni. Scrive: “Vedere un numero grande di ragazzi, dai 12 ai 18 anni, tutti sani, robusti, d’intelligenza sveglia, vederli là inoperosi, rosicchiati dagli insetti stentare il pane spirituale e materiale, fu cosa che mi fece inorridire”.
 
 


22. Torna a trovarli, fornito di pagnotte, frutti, caramelle. Se li fa amici. Riesce a fare qualche lezione di catechismo. Spiega loro che anche dietro le sbarre portano nel cuore una grande dignità, perché sono figli di Dio. Racconta:” Man mano che facevo loro sentire la dignità dell’uomo, provavano un piacere nel cuore. Risolvevano di farsi buoni.
 
 


23. Uscendo pensa:”Se questi ragazzi avessero avuto un amico pronto a prendersi cura di loro, non sarebbero finiti qui dentro”. Prende una decisione incrollabile. “ Impedirò ad ogni costo che altri ragazzi finiscano in prigione. Voglio essere il loro salvatore”.
 
 
 
 


24. Il primo ragazzo del quale Bon Bosco diventa amico è un piccolo muratore in cerca di lavoro, Bartolomeo Garelli. Lo incontra mentre si prepara a dire messa. Bartolomeo gli narra la sua breve vita: è orfano, non sa leggere, né scrivere. “Però sai fischiare!”, gli dice Don Bosco facendolo sorridere.
 
 
 
 


25. Dopo la messa,Don bosco si accorge che Bartolomeo non sa fare il segno della croce. Glielo insegna con dolcezza e gli spiega perché chiamiamo Dio “Padre”.” Ci ha dato la vita, Bartolomeo, e dopo la vita ci aspetta in cielo”. L’opera di don Bosco comincia così, con un semplice catechismo.
 
 

26. Tre giorni dopo Bartolomeo torna a trovare don Bosco portando con sé degli amici. Scatenano le loro prime corse nel cortiletto della chiesa dove Don Bosco dice la messa. In tre mesi qui ragazzi diventano 25; nell’estate 80. “ Erano selciatori, scalpellini, muratori che venivano da lontani paesi”, scrisse Don Bosco.



27. “Durante la settimana andavo a trovarli in mezzo ai loro lavori, nei cantieri, nelle officine”, ricorda. “Questo procurava grande gioia ai miei giovani, che vedevano un amico prendersi cura di loro”. Nasce così l’oratorio: non una faccenda che si esaurisce la domenica, ma che si estende a tutta la settimana dei ragazzi lavoratori.



 
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#2   27 Gennaio 2007 - 17:41
 
Clicca e ascolta

Giovani orizzonti
  utente anonimo

 
#3   27 Gennaio 2007 - 17:53
 
GIOVANI ORIZZONTI

Ciao, amico, in che piazza vai? Spazi immensi, libero ora sei. Perché le strade oggi siano meno vuote, perché il sorriso tuo resti a noi per sempre.
Le tue mani stringono ancora mani, la tua vita è forte dentro noi. Profumo di cielo aveva il pane con te mangiato, e l’infinito in terra ha con te giocato.
E tu resta ancora qui Giovanni, resta, vivi con noi per sempre. Resta nei cuori, resta tra la gente. E tu giovani orizzonti va nel mondo libero. (2v).
Il tuo passo festa di passi è... La città vuota è senza te. E come dimenticare i giorni della tua festa? E come dimenticarti? Non andare... resta!
Il tuo amore, il tuo sorriso, ali giovani ai tuoi occhi. Tu sei vivo per le strade. Tu sei festa nella gente. Tu in cerca di futuro, canta ancora libertà (2v).
E come dimenticare i giorni della tua festa? E come dimenticarti?

Ely
  utente anonimo

 
#4   27 Gennaio 2007 - 20:38
 
Leggere la vita di Don Bosco nei tuoi fumetti è stato molto bello.
Don Bosco ha avuto una vita molto difficile però Il Signore l'ha sempre aiutato.
Anche noi potremo diventare come Don Bosco e farci santi.
 
  utente anonimo

 
#5   27 Gennaio 2007 - 20:40
 
Ho dimenticato di lasciare la firma...

Matteo Traverso
  utente anonimo

 
#6   28 Gennaio 2007 - 09:16
 


NESSUN PROFETA È BENE ACCETTO IN PATRIA…

[La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.

Don Bosco ha fatto suo questo inno alla carità nel suo sistema preventivo.
Buona domenica e complimenti per l'idea delle diapositive sul santo dei giovani.
Rudy
 
  utente anonimo

 
#7   28 Gennaio 2007 - 09:32
 
La shoa è un fatto terribile e tutti dobbiamo essere persuasi. Milioni di ebrei, bambini, uomini, donne, anziani, sterminati, privati di ogni dignità umana. Mai più una cosa simile! Mai più. E il rimedio per umanizzare la società è sempre l'educazione. Per questo Don Bosco è sempre vivo, attuale. Diverso lo sfondo sociale, i tempi storici, ma i ragazzi di oggi han pur sempre bisogno di punti di riferimento, di educatori-amici che dimostrino loro affetto e così portarli ad amare quello che piace all'educatore: la sanità dei costumi, i valori umani-cristiani per renderli onesti cittadini e buoni cristiani. Voi tutti che leggete facciamo una cordata per agire a favore della gioventù. Sembrano lupi rapaci alcuni giovani; a volte è apparenza; hanno bisogno di affetto profondo, hanno bisogno di essere riconosciuti, valorizzati e stimati, perchè non dimentichiamolo, in ogni giovane c'è un punto accessibile per il bene. A noi educatoi trovarlo e ...lavorarci. Sr. AnnaLaura
  utente anonimo

 
#8   28 Gennaio 2007 - 15:49
 
Non ci sono parole al ricordo della tragedia ,sull'olocausto.
Il silenzio, per tanto dolore esprime già: compassione, meditazione, offerta di preghiera, e come ha detto Benedetto XVI "perchè queste cose non avvengano più".
Nannina

 

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